Speak in a Week

Gli 8 giorni del Language Immersion Programme di Speak ad Otranto, in Puglia, presso Tenuta Centoporte si sono conclusi la scorsa settimana e l'entusiasmo dei partecipanti è stato, senza dubbio, il motore di un'esperienza fantastica ed indimenticabile.

Dopo aver pubblicato i racconti dei Programme vissuti da alcuni nostri Anglos: Tony a Masseria Montenapoleone in Puglia e Jude all'Abbazia di Spineto in Toscana, è giunto finalmente il momento di dare voce ai Learners per poter meglio comprendere l'esperienza linguistica che si può vivere durante una settimana di English full immersion con Speak. Vi proponiamo il racconto di Michele, un giornalista che ha deciso di migliorare il suo inglese in modo rapido:

“Speak in English Michele!”, fra le risate generali cominciava così la mia ora di inglese a scuola. Mi sono portato dietro quel timore per “l’interrogazione di inglese” per molti anni. Parlare in inglese per me era una interrogazione. E visto che so di non essere ben preparato a volte non mi alzavo proprio dal mio posto, ovvero nei numerosi viaggi all’estero parlavo il meno possibile e lasciavo che fossero gli altri a farlo al mio posto.

Però ho sempre ascoltato musica rock, guardo serie tv in contemporanea con gli Stati Uniti in lingua originale, leggo i testi degli articoli della stampa estera. Ma parlare è ciò che maggiormente temevo. Ho cominciato e finito diversi corsi negli anni stoppati quasi sempre sul periodo ipotetico di terzo tipo.

Qualche mese fa ho visto su Facebook un post sul programma intensivo proposto da Speak e mi sono chiesto: “e se l’inglese riuscissi davvero a parlarlo? A farmi comprendere anche senza l’uso dei congiuntivi”. In fondo anche in italiano il congiuntivo è purtroppo sempre più patrimonio di pochi.

Ho chiamato ed ho parlato con Joe, ho scoperto che lo avevo conosciuto anni prima in uno dei tanti corsi fatti più per fare nuove amicizie che per conoscere l’inglese. Mi ha proposto di iscrivermi al programma di Tenuta Centoporte dal 13 al 20 ottobre. Mi ha raccontato il metodo che aveva messo a punto con Speak, la presenza degli Anglos, un madrelingua per ogni partecipante, con cui parlare in ogni momento della giornata. Obiettivo? Dimenticare le traduzioni dall’italiano per pensare direttamente in inglese.

Sono in una fase della carriera giornalistica in cui investire nella conoscenza della lingua può rivelarsi fondamentale. E allora ho accettato di partire dopo aver letto attentamente il foglio illustrativo. Cura intensiva. Parlare in inglese in Italia. Un po’ come curare il raffreddore in ospedale.

Partenza dal centro di Bari. Colazione in cui mi ritrovo a salutare persone fino ad allora sconosciute e parlare in inglese come se fosse il ritorno degli zii d’America. In Italia e soprattutto al sud tutti hanno uno zio emigrato che quando torna vuole sapere tutto di te. Grande famigliarità. Ok, presentarsi, dire che lavoro fai, dove vivi è facile. È la lesson number one. Ma poi cosa avrei fatto? Cosa avrei detto nei giorni seguenti?

Guardate, non mi sono più posto tale problema. Le attività proposte dai language director Faye, Rustin e Thom alternate agli incontri One-to-One con gli Anglos, mi hanno permesso di parlare di ogni cosa. Dagli argomenti di attualità alle mie passioni per lo sport e il giornalismo. E di imparare parlando attraverso una full immersion in inglese super intensiva.

Una menzione speciale la meritano gli Anglos. Dire che sono madrelingua arrivati a Otranto da Nuova Zelanda, Irlanda, Scozia, Galles, Inghilterra, Stati Uniti per parlare con me non rende l’idea. Andrebbero descritti singolarmente perché sono persone che hanno lasciato il loro paese per parlare con me senza farmi pesare la mia pessima pronuncia, i miei giri di parole elementari per descrivere cose delle quali non conoscevo esattamente il vocabolo. Tutti poi con accenti diversi. Quando pensavi di esserti sintonizzato con la lingua, ti toccava riconfrontarti con un altro tono e pronuncia.

Hanno avuto una pazienza infinita nel correggere gradualmente la mia pronuncia, gli errori più comuni che noi italiani commettiamo così facilmente e nell’aiutarmi a migliorare le capacità di listening e di speaking in così breve tempo.

Si è creato un bellissimo gruppo con i miei compagni di corso provenienti da Marche, Lazio, Umbria, Sicilia e tanto divertimento nelle cene e nei momenti di socializzazione, vero banco di prova perché il segnale, come si dice nel mondo delle telecomunicazioni, non arriva solo da una direzione.

La Puglia ci ha regalato otto giorni di sole fantastici a metà ottobre e i più temerari hanno sfidato nel tempo libero dopo pranzo anche il bagno al mare. Durante l’esperienza ho simulato un colloquio di lavoro al telefono, un paio di presentazioni davanti ai miei colleghi e sessioni di approfondimento delle mie skills.

Stavo quasi dimenticando che, per non farci mancare nulla per rendere indimenticabile il tutto, siamo andati in escursione un paio di volte durante la settimana: naturalmente con visite esclusivamente in inglese! Ho rivisto le meraviglie di Lecce e delle grotte di Zinzulusa con occhi nuovi!  

È stata davvero un’esperienza completa, che non definirei un corso. Non mi sono sentito un allievo, né ho pregato che suonasse la campanella prima che qualcuno mi rivolgesse ancora la parola in inglese. Lo consiglio a tutti, imparare così è “like riding a bicycle”.

Per scoprire i prossimi Language Immersion Programme la pagina con il calendario dei corsi di Speak. Per richiedere maggiori informazioni puoi compilare questo modulo o scrivere all'indirizzo info@speakinitaly.com.