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LANGUAGE FOCUS | Auxiliary Verb: "Do"

04/06/19 17.30

Come funziona “Do”

In una recente edizione di Language Focus abbiamo sottolineato l'importanza di tre piccole parole che costituiscono le fondamenta di quasi tutte le frasi della lingua inglese – i verbi ausiliari. Oggi è il turno del primo di questi, "do", che esamineremo più in dettaglio nel suo ruolo di ausiliario e nelle sue funzioni principali.

Ho una figlia di 3 anni che si trova nel bel mezzo di un momento critico dell'acquisizione linguistica. È nata da madre italiana e per il 90% della sua giornata è a contatto con suoni e frasi pugliesi. Nel tempo restante, faccio del mio meglio per cercare di insegnarle quanto più inglese possibile. È un processo affascinante e ciò che la aiuta moltissimo è leggere storie e ascoltare musica. Tuttavia, un paio di giorni fa, mi ha sorpreso quando, tutt'a un tratto, mi ha domandato in inglese:

Do you like broccoli?

Molti genitori potrebbero conoscere questa domanda contenuta all'interno di un simpatica canzoncina per bambini su YouTube:  

 

Per me, è stato sorprendente vedere come abbia usato “do” in qualità di ausiliario senza alcuna fatica. La domanda era diventata naturale per lei come se conoscesse la logica di una domanda inglese. Non è una cosa da poco - il "do" ausiliario è fondamentale per formare domande di tempi verbali semplici in inglese, ma rimane un mistero per molti studenti di lingua inglese, i quali non hanno tutti i torti, poiché in realtà non significa nulla!

La prima e principale causa di confusione per gli studenti risiede nel fatto che "do" esiste esclusivamente nella lingua inglese, con eccezione di alcune lingue celtiche, le quali usano un verbo simile con una funzione equiparabile. La maggior parte delle altre lingue in tutto il mondo non usano gli ausiliari in questo modo. Molti studenti, a questo punto, potrebbero contraddirmi, ribattendo che esiste un equivalente di “do” in italiano: fate attenzione: "do" ausiliario e il predicato "to do" (fare) sono due cose completamente separate!

In verità, le particelle ausiliarie non hanno di per sé alcun significato anche per gli anglofoni. Questo è il motivo per cui "do" viene talvolta chiamato "dummy"("jolly") o, per usare un termine più tecnico, ausiliare "perifrastico". Ciò significa che non ha un significato semantico in sé ma è puramente funzionale per la creazione di un determinato tipo di frase. 

La storia del “do” è complessa e ha visto una significante metamorfosi negli ultimi 6 o 7 secoli. In effetti, esiste una relazione tecnica con il verbo "to do" dall'inglese medievale, durante il quale gli ausiliari non possedevano la medesima la funzione attuale (i nerd della grammatica possono trovare una storia dettagliata del “do” ausiliare qui).

Oggi "do" è usato anche se è fondamentalmente un "verbo ausiliario" per la creazione di tempi semplici ma SOLO in domande negative e domande con alcune eccezioni particolari.

 

Do nei tempi semplici

Il ruolo principale di un ausiliario è quindi come un "indicatore", cioè che "indica" quale tipo di frase stiamo comunicando, se in tempi semplici, positivi, negativi o interrogativi. Dai un'occhiata a questo esempio molto semplice qui:

DO-AUXILIARY-PRESENT-SIMPLE

 
Un paio di aspetti da poter notare immediatamente: in primo luogo, "do not" (la forma negativa) è spesso contratto, specialmente nel discorso, in "don’t". In secondo luogo, c'è una forma singolare in terza persona in cui do diventa does e don’t diventa doesn’t.

C'è anche un piccolo segreto da ricordare riguardo alle funzioni ausiliarie che ti aiuteranno nell'utilizzo: "do" richiede sempre un infinito senza il "to" che in inglese si chiama "bare infinitive". Ciò rende la vita molto più semplice. Ogni volta che usiamo "do" come ausiliare (oppure don’tdoes o doesn’t o nelle forme passate, diddidn’t) segue SEMPRE un verbo all'infinito senza "to".

Pensaci per un minuto e rifletti su cosa implica nel caso del Past Simple. Molti studenti di inglese sono scoraggiati dal Past Simple (che esamineremo più attentamente in un futuro blog). Tuttavia, l'esistenza stessa di "do" (o di "did")  rende la formazione del tempo passato una vera passeggiata! Come può essere così? Beh, perché “do” richiede sempre un infinito, l'unico vero problema con il Past Simple in inglese è nelle frasi affermative (il did, purtroppo, non è coinvolto in questo caso). Per comprendere meglio, dai un'occhiata all'esempio qui sotto, in positivo, negativo e interrogativo:

DO-AUXILIARY-PAST-SIMPLE


Si noti, quindi, che mentre per la frase affermativa è necessario che lo studente si ricordi il passato irregolare del verbo mangiare ("ate"), ogni volta che usi l'ausiliario al passato semplice in una negazione o in una domanda avrai solo bisogno di ricordati l'infinito del verbo! Quindi tutte quelle frasi al passato che spesso rendono gli studenti nervosi sono in realtà più facili di ciò che si possa temere. Dai un'occhiata a questi esempi:

  • I didn’t eat much yesterday (Non ho mangiato molto ieri)

  • I didn’t sleep very well last night (Non ho dormito molto bene stanotte)

  • I didn’t watch the match last night (Non ho visto la partita ieri sera)

È davvero molto semplice. Tutto ciò di cui hai bisogno è un "mattone" ausiliario e un verbo all'infinito! Basta giocare con questo nella tua testa per un minuto e improvvisamente "do" (o "did") iniziare ad avere un senso. Se riesci ad applicare questa logica ad altri tipi di frase semplice, le cose inizieranno a diventare più chiare. 

 

Do come ausiliario “enfatico” o “jolly”

In aggiunta alla sua funzione principale come “indicatore” per i tempi semplici, gli ausiliari svolgono un ruolo essenziale quando altri ausiliari o altre parti della grammatica non sono in grado di assolvere la stessa funzione. Ciò accade quando vengono usati come ausiliario "emphatic" per enfatizzare un significato o come ausiliario "jolly".

Il Jolly (Joker in inglese) nelle carte da gioco.

Queste due funzioni costituiscono l'eccezione a quanto affermato sopra. Mentre il "do" ausiliario è generalmente usato solo nelle frasi negative e nelle domande, "indicando" con che tipo di frase abbiamo a che fare senza aggiungere effettivamente alcun significato in sé, il do "empatico" è usato anche nelle frasi affermative. L' ausiliario enfatico va contro la logica della sua funzione normale e fornisce un'enfasi e una sicurezza linguistica o persuasione maggiore. Ecco un esempio:

"I want to be able to say that I did try to feed the hungry

(Martin Luther King, discorso del 1968)

Qui, King vuole sottolinea il fatto che ci abbia provato molto duramente, "he did try". Questa accentuazione non è usuale in una frase affermativa, ma ha lo scopo di conferire più forza al messaggio.

Il secondo uso particolare di “do” è il suo uso come un "jolly", quando nessun altro ausiliario è in grado di svolgere la medesima funzione grammaticale. Un ottimo esempio si può ritrovare nelle "question tags” in inglese, brevi domande che aggiungiamo alla fine della frase per chiedere conferma e simili:

You ate all the cake, didn’t you!

Qui, nelle question tags, abbiamo bisogno di un ausiliario e, dato che si tratta di un tempo semplice, “do” entra in gioco per eseguire il ruolo. L'unica complicazione ora è capire l'uso del “do” come verbo principale, che sembra molto semplice ma solleva altre complicazioni (per esempio, la sua relazione con un verbo simile "to make"). Tutto questo sarà oggetto della prossima edizione di Speak Language Focus.

 

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Joe Lang

Written by Joe Lang

Docente di inglese dal 1999, è Examiner e Team Leader per tutti i livelli degli esami Cambridge ed è stato direttore di alcune delle più grandi Summer School residenziali del Regno Unito

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