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L'evoluzione dell’inglese: breve storia del Doggolingo

07/11/18 12.01

Tutte le lingue che parliamo sono lingue vive: evolvono per stare al passo degli avvenimenti storici, della tecnologia, della società stessa e delle inevitabili contaminazioni. Anche i media contribuiscono all’evoluzione dell’inglese e, in qualche modo, l’accelerano pure diffondendo slang e termini nuovi che nascono, soprattutto, tra gli adolescenti e dai meme, ovvero quelle immagini o espressioni virali di cui i social sono pieni e che convogliano notizie e nuove mode.

Anche con i meme si può imparare una lingua e, soprattutto, si tiene traccia della sua evoluzione. Per questo il metodo Speak per l’apprendimento dell’inglese si avvale degli Anglos, i madrelingua con i quali interagire soprattutto nelle conversazione One-to-one. Questo tipo di interazione garantisce l’immersione in un contesto completamente anglofono e l’esperienza con l’inglese parlato realmente nella quotidianità, permettendoti di sperimentare anche i diversi accenti del mondo anglofono (per saperne di più: Chi sono gli Anglos di Speak e perché sono così importanti).

 

L’evoluzione dell’inglese passa anche per i cani

Si chiama Doggolingo ed è il linguaggio che i meme di Internet attribuiscono ai cani, una cartina al tornasole di quanto sia potente ed incontrollabile l’evoluzione di una lingua. Ma attenzione: il Doggolingo non diventerà parte integrante dell’inglese parlato (almeno per il momento), tuttavia è praticamente impossibile comprendere gli ultimi trend del web anglofono senza capirne almeno gli elementi essenziali.

Questo è un video esplicativo delle basi del Doggolingo, la cui radice sta tutte nel termine doggo, ovvero la storpiatura di dog, cane. Il Doggolingo non è altro che l’inglese parlato dai cani stessi.

 

Da doggo si arriva poi a pupper, cioè cucciolo, woofer, cioè un cane adulto di grossa mole, e fluffer, un cane di taglia ancora più grande. Nel Doggolingo anche le razze di cani hanno una specifica traduzione: i corgi per esempio, i cani amatissimi dalla regina Elisabetta, diventano corgo, i samoiedo diventano shoob, e così via. Il Doggolingo, però, non si limita a sostituire alcuni sostantivi: c’è una intenzione ben precisa, cioè quella di rappresentare il pensiero degli amici a quattro zampe con affetto ed entusiasmo, e nella maniera più completa e articolata possibile.

In “The weird underside of DoggoLingo” l’Oxford Dictionary spiega la nascita di questo linguaggio un po’ folle e aggiunge altri termini ed elementi chiave. Se amate scorrere su Instagram video, foto e meme dedicati ai cani, meglio, ai doggos, non sarà difficile trovarsi davanti ad un “boop”, il termine usato per una coccola virtuale, il “mlem”, ovvero il momento in cui la lingua spunta per una leccatina affettuosa veloce, i “frens”, ovvero i friends, gli amici a due e quattro zampe. La maggior parte dei dialoghi è rivolta agli “Hooman”, cioè gli umani che nel Doggolingo hanno una doppia o al posto della u.

Mlem

Ecco che cosa intendiamo per "mlem"!

 

Fenomenologia del Good boy

Per provare l’esperienza del Doggolingo per la prima volta il consiglio è immergersi nei profili social di “We rate dogs” (Twitter o Instagram), un progetto nato per gioco dall’idea di un ventenne americano, e che ora è un fenomeno mondiale con milioni di followers e una intera linea di merchandising. Ogni giorno vengono pubblicate, e amichevolmente giudicate, foto di cani provenienti da tutto il mondo. I voti, ovviamente, sono sempre tutti altissimi, non poteva essere altrimenti, e ogni didascalia offre esempi di Doggolingo.

Prendetelo per quello che è, ovviamente, cioè uno spaccato di cultura e lingua americana al confine con la parodia che offre storie e foto che scaldano il cuore; eppure non sempre vengono capite. È il caso di Brent, colui che poi è diventato un meme perché non si capacitava dei voti altissimi dei cani protagonisti. Il “They’re good dogs, Brent” di “We rate dogs" è diventata una risposta simbolo e ogni anno se ne celebra l’anniversario. 

(Per saperne di più: They’re good dogs, Brent)

Dog 1 (1)

L’obiettivo di tutti i “doggos”, in fondo, è quello di essere dichiarati “Good Boys” dai propri padroni e nessun Brent potrà mai impedirlo. 

Sulla scia di “We rate Dogs" c’è il più recente “Thoughts of Dog” i pensieri, rigorosamente in Doggolingo, di un cane immaginario che commenta gli eventi della sua vita.  Un fenomeno mediatico, ma, anche in questo caso, una finestra su come una lingua può piegarsi in base a ciò che piace al popolo che la parla. Il Doggolingo non sarà mai utilizzata nelle pubblicazioni, ovviamente, ma doggo, e molti altri termini di questo linguaggio atipico, sono già entrati nel Conversational English e sono talmente radicati che, per esempio, esistono gruppi Facebook, “Dogspotting” su tutti, in cui si conversa pacificamente usando il Doggolingo e, soprattutto, ci si scambia foto di avvistamenti dei cani più carini e divertenti in circolazione.

 

La (quasi) consacrazione: Doggo nel Merriam-Webster

La premessa: Merriam-Webster, Inc. è il nome di una storica azienda americana, fondata nel 1831, che si occupa di editoria e, soprattutto, di pubblicazione e cura dei dizionari in lingua inglese; è talmente potente che indica annualmente le parole più significative e i nuovi termini entrati nell’uso comune della lingua inglese. In una rubrica del proprio blog, “Words We’re Watching”, più o meno ‘“Parole che teniamo d’occhio”, l’editore riconosce e racconta la parola doggo.

Dictionary

Finalmente non si riferisce più solo all’espressione “Lie doggo”, ovvero stare nascosti, agire in segreto, come apparsa in un articolo del Time del Dicembre 1886, ma diventa sostantivo e sinonimo inequivocabile di dog. La parola diventa quindi parte integrante dello Standard English dal 2016. Pur con il suo successo e uso sempre crescente, la Merriam-Webster ammette che la parola non soddisfa tutti i criteri per entrare nei propri Dizionari, ma chissà cosa ci riserva questo futuro linguistico.

 

Il metodo Speak propone i Language Immersion Programmes, ovvero corsi intensivi di English full immersion in formula residenziale, svolti con madrelingua provenienti da tutto il mondo.

Per scoprire i prossimi appuntamenti visita la pagina con il calendario dei corsi di Speak. Per richiedere maggiori informazioni puoi compilare questo modulo o scrivere all'indirizzo info@speakinitaly.com.

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