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TIPS | Parole da conoscere: FOMO/FOBO/JOMO

14/05/19 13.42

L’inglese è quella lingua per cui anche un semplice acronimo può diventare un termine molto usato, praticamente un neologismo universalmente riconosciuto. È il caso di FOMO, letteralmente Fear Of Missing Out, cioè la paura di perdere un qualcosa di divertente, unico, soprattutto quando si parla di eventi positivi e happening, nonché, in senso più ampio, la paura di essere escluso da una qualsiasi attività socialmente o lavorativamente rilevante. Nasce come acronimo e ora è diventato a tutti gli effetti un nome per i dizionari anglosassoni - per esempio l’Oxford Dictionary l’ha aggiunto nel 2013 - e il plurale indicato è FOMOS.

Questo sotto è un video esplicativo tratto dall'Ellen Show dedicato proprio alla sindrome da FOMO. In apertura di ogni puntata Ellen Degeners, una delle più famose conduttrici televisive americane, propone un breve monologo comico. Questo di qualche anno fa racconta di quando, bloccata da un raffreddore epocale, ha perso tutti i party degli Oscar.

 

 

 

Per maggiore chiarezza c’è anche un minivideo animato di Buzzfeed, altra testata web internazionale, che spiega tutte le implicazioni di questa sindrome:

 

 

 

 

Mentre quest’ultimo video esplicativo fornisce ancora più dettagli con un fortissimo accento British. Il punto di partenza è una osservazione incredibilmente azzeccata:

Fear of Missing Out (FOMO) is an almost inevitable danger in the modern world, where we’re surrounded by suggestions of how life might be perfect.

 

 

Attenzione: FOMO è sempre scritto tutto maiuscolo proprio perché è un acronimo.

 

L’etimologia e il legame con i social media

Alcuni studi sostengono che le prime apparizioni della parola FOMO nel linguaggio parlato e scritto risalgono al 2004, data che coincide con la nascita di Facebook. Il blog Open Codex registra persino un articolo di tale Patrick Mcginnis, studente della Harvard Business School, che nel giornale di facoltà raccontava lo strano fenomeno per cui gli studenti accumulavano eventi su eventi nelle serate universitarie per paura di perdere qualcosa di interessante o che gli sarebbe servito nella vita nel campus. Over-commitment in inglese, una sovrabbondanza di impegni difficilmente tollerabile nella pratica. Nello stesso articolo si lega la FOMO alla FOBO, Fear of Better Options, cioè la paura di non riuscire ad individuare, tra tutte quelle che si presentano, l’opzione migliore. 

Sempre secondo Open Codex, l’accezione più negativa del termine - la sensazione di ansia costante di non fare abbastanza, di non essere presente e di non raggiungere certi standard - si è legata indissolubilmente al mondo dei social media nel 2007, quando la blogger Kathy Sierra evidenziava come il controllo compulsivo del proprio profilo Twitter fosse strettamente legato alla sensazione di perdersi qualcosa e non essere abbastanza connesso. Questo scatenava allora, e tuttora, un forte stato d’ansia in molte persone, soprattutto quelle che con i social media ci lavorano.

Nel 2013 lo psicologo Andrew Przybylskia ha, per la prima volta, ampliato il termine FOMO collegandolo all’ansia di perdere un qualcosa di importante e ai comportamenti compulsivi - il controllo continuo di mail e social media, gli stati d’ansia e l’essere sempre online, ovvero ‘continually connected’-, legittimando ancora di più l’entrata di questa parola nel dizionario inglese.

il termine FOMO tipico di comportamenti di pendenti dall'uso di social media

Secondo uno studio citato dal Boston Magazine è circa il 70% degli adulti che soffre di FOMO, e aggiunge anche che

FOMO is everywhere

nei social media, nel lavoro, nelle relazioni personali, ma si può migliorare. Quello che invece non va mai via è la sensazione di non aver valutato con attenzione ogni dettaglio e non aver fatto la scelta giusta. A quanto pare della FOBO non ci si libera così facilmente.

 

L’uso nell’inglese e le parole correlate

Posto che, pur nascendo come acronimo, FOMO rimane un nome, l’uso da farne nelle frasi è piuttosto semplice. Puoi dire:

I suffer from FOMO

I have a clear case of FOMO

This thing gives me FOMO

My FOMO is so bad I can’t even control it

 

Ma compare anche come aggettivo, come suggerisce il sito Cyber definitions, cioè puoi anche dire:

My FOMO complex is very bad 

Il significato di FOMO è talmente contemporaneo e cruciale in questa realtà altamente digitale, sia per i millenial che per i più adulti, che è nata una costellazione di neologismi ad esso collegato. Queste parole descrivono alcune delle piccole nevrosi legate alla connettività e ai social media. Eccone qualcuno:

Ringxiety - l’ansia del telefono che squilla che si manifesta, anche, come un controllo continuo dello schermo del cellulare per verificare che non ci siano chiamate perse

Infobesity - la tendenza ad accumulare informazioni di ogni tipo nella paura di perdersi notizie e novità danneggiando moltissimo la capacità di concentrazione.

Phubbing - la tendenza a controllare incessantemente il proprio cellulare nelle situazioni più inappropriate

Tutte queste parole e sindromi rientrano inequivocabilmente nei sintomi della FOMO.

 

Jomo

Non ci sono, però, solo acronimi che descrivono sindromi complesse e, a volte, anche dolorose da gestire. Fortunatamente esiste un contraltare, una realtà alternativa in cui perdersi un po’ dei frenetici aggiornamenti di social network e news diventa un piacere, nonché una missione quotidiana. È il caso di JOMO, ovvero Joy of missing out, cioè la felicità di perdere qualcosa e rallentare i propri ritmi. JOMO è oramai sinonimo dei periodi di detox dai social media, quelli che, come dice il Times, sono la chiave per la felicità.

Forget FOMO it’s all about JOMO: the joy of missing out  

Tecnicamente JOMO è la risposta diretta alla FOMO, una alternativa proposta dalla blogger Anil Dash che, dopo un lungo allontanamento dai social media, ritornò online con un blog post che si chiamava, per l’appunto, ‘JOMO!’. Al di là del significato letterale, la parola JOMO porta con sé un carico gioioso e di buon auspicio, quello per cui con un po’ di detox dai social media si può tornare in contatto con la realtà.

 

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