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Le migliori serie TV per potenziare l’inglese e abituarsi agli accenti

01/08/17 19.16

Noi di Speak abbiamo pubblicato già diversi articoli relativi all’apprendimento linguistico e a come possiamo ampliare il nostro lessico in inglese. Tuttavia, sappiamo fin troppo bene che possiamo imparare tutte le parole che vogliamo ma che queste non suoneranno mai come ci aspettiamo quando è un madrelingua a pronunciarle.

Ma perché? Perché passiamo anni a studiare l’inglese e poi non capiamo quello che ci viene detto o chiesto?

Insomma perché, nonostante tutti i nostri sforzi l’inglese resta sempre uno sconosciuto?

Una delle ragioni principali per cui gli italiani hanno così tante difficoltà con inglese è la bassissima reperibilità al cinema e in televisione di film o programmi in lingua originale. Tutto viene tradotto e doppiato e la lingua originale, che sia inglese, spagnolo o tedesco, viene eclissata a beneficio dell’unica lingua ammessa sul grande e il piccolo schermo: l’italiano. Eppure, si è notato che nei paesi con la conoscenza maggiore dell’inglese c’è una reperibilità di gran lunga maggiore di programmi e film in lingua originale.

Può la nostra comprensione dell’inglese essere influenzata dalla mancanza di materiale audiovisivo?

Per capirlo dobbiamo fare un passo indietro. La nostra percezione uditiva non è disconnessa dalla nostra percezione visiva: il fenomeno si chiama effetto McGurk e dimostra che il riconoscimento linguistico è un processo multisensoriale, e quindi che il nostro cervello ha bisogno dell’interazione tra la vista e l’udito per riconoscere una parola o un fonema.

Guardiamo questo video focalizzandoci sulle labbra del soggetto.

Nella prima sequenza sentiamo distintamente il suono “ba-ba”, nella seconda “da-da” e nella terza “va-va”. È solo quando vediamo le tre video registrazioni affiancate sullo schermo che ci rendiamo conto che il suono è sempre lo stesso ed è sempre e solo “ba-ba”. Ne abbiamo la conferma provando ad ascoltare il video ad occhi chiusi.

Riguardando il video, anche dopo aver svelato il trucco, continuiamo a sentire i tre suoni diversi perché li associamo al movimento labiale tipico di quel fonema.

Quindi ciò che vediamo sovrasta la percezione di ciò che sentiamo e i movimenti labiali del soggetto sono decisivi nell’influenzare l’elaborazione del suono da parte del nostro cervello.

Ba or Fa Mcgurk effect.jpg

A noi studenti italiani, quindi, manca una parte fondamentale dell’ascolto, ovvero la sua componente visiva. Non riusciamo a comprendere come una parola viene pronunciata non solo perché l’inglese non si legge com’è scritto, ma anche e soprattutto perché non vediamo nessuno che la pronuncia. La situazione si complica ancora di più quando ci sono di mezzo accenti diversi.

Qual è la soluzione allora? Come si può sopperire a questa mancanza e recuperare il tempo perduto?

Il modo più facile e divertente per migliorare è imparare divertendosi. Quindi ho pensato che il consiglio migliore che potessi darvi è una lista delle migliori serie TV da vedere rigorosamente in lingua originale e con sottotitoli per allenare l’orecchio (e la vista) a comprendere l’inglese nei suoi diversi accenti e godersi uno show avvincente e appassionante.

 

Le serie Tv consigliate da Speak

 

Regno Unito 

Sherlock – voto 9.2 su IMDb

Il modo più semplice per avvicinarsi all’ascolto in lingua originale è con optare per la pronuncia British per eccellenza, ovvero l’accento del sud dell’Inghilterra. Mr Holmes e l’immancabile Dottor Watson ci trascinano in un vortice di avventure, battute sagaci e humor nero in un adattamento dei racconti di Sir Arthur Conan Doyle ambientato in una Londra moderna ambigua e piena di contraddizioni. L’atmosfera scanzonata dei primi episodi diventa più inquietante con la comparsa della nemesi di Holmes, Jim Moriarty (Andrew Scott): se Holmes è, a suo dire, un high-functioning sociopath, Moriarty è un psychopath senza speranza, il cui intento principale, oltre a seminare caos e terrore, è uccidere Sherlock Holmes.

  

Peaky Blinders – voto 8.8 su IMDb

Ambientata nella Birmingham del primo dopoguerra, tra lotte sindacali e atti di terrorismo dell’IRA (Irish Republican Army), la narrazione segue le vicende dei Peaky Blinders, una famiglia di gangster, e dell’ambizioso e spietato Tommy Shelby (Cillian Murphy). I personaggi si muovono in una città sporca e corrotta, le loro vite sono segnate da eventi traumatici, come la guerra in trincea o l’abbandono dei genitori. Un altro elemento fortemente caratterizzante dei personaggi è l’accento: al brummie (così come viene definito l’accento di Birmingham) si aggiungono accenti gitani, irlandesi, italiani, russi e cockney (accento dei più sordidi sobborghi londinesi). La scalata al successo degli Shelby, scandita da una colonna sonora indie rock strepitosa, è ostacolata da un ispettore irlandese inviato a Birmingham per indagare sul furto di armi d’assalto destinate alla guerra in Libia e da un’agente infiltrata che per tutta la prima stagione farà il doppio gioco tra i Blinders e la polizia.

 

Game of Thrones – voto 9.5 su IMDb 

Parlando di serie TV non potrei non citare la serie evento dell’ultimo decennio basata sulla saga A Song of Ice and Fire di George R.R. Martin, lo scrittore che ha rivoluzionato il genere fantasy. Non basterebbe un solo articolo per poter descriverne anche solo brevemente la trama: effetti speciali pazzeschi, trama intricata e appassionante, recitazione di qualità e un susseguirsi di colpi di scena ne fanno lo show di punta del momento. L’evoluzione e la caratterizzazione dei personaggi passa non solo attraverso le loro vicissitudini, ma anche attraverso l’accento con cui parlano. Dallo scozzese al Geordie (accento di Newcastle), dallo Yorkshire alla RP più elegante, i personaggi di GoT sono un database inesauribile a cui attingere per allenarsi a comprendere gli accenti delle isole britanniche e non solo. (Un articolo dedicato solo agli accenti di Essos e Westeros è già in preparazione e sarà pubblicato, si spera, prima dell’arrivo dei White Walkers).

Winter is here Game of Thrones.jpg

  

Stati Uniti

Twin Peaks e Twin Peaks: The Return – voto 8.9 e 8.8 su IMDb 

Il cult degli anni 90 che ha rivoluzionato le serie TV. I mostri che popolano l’universo onirico ed inquietante di David Lynch non sono mai andati via e sono tornati, come promesso da Laura ben 26 anni fa, a ripopolare i nostri sogni e incubi. Vecchi e nuovi personaggi sono ancora incatenati al ricordo atroce e struggente dell’omicidio di Laura e agli eventi misteriosi che sono seguiti, il cui esito è tutt’ora un mistero. Twin Peaks convoglia in un unico prodotto commedia, mistero, thriller e grottesco: è l’emblema dell’ambiguità dell’essere umano e della provincia americana, un gioco di Doppelgänger che va avanti da una generazione e che ci ha lasciato con più domande che risposte. La normalità e l’ordinarietà dei personaggi si rispecchia nei loro General Accent, l’accento dell’inglese americano e degli stati del nord, molto comune e facile da comprendere, una sorta di maschera che serve a coprire le ambiguità, i vizi e le atrocità commesse nella provincia americana. Un ascolto facile per una trama misteriosa e complessa.

 

Breaking Bad – voto 9.5 su IMDb

Breaking Bad è una discesa negli aspetti più spietati dell’animo umano. Il protagonista Walter White (Bryan Cranston) è un padre amorevole e un cittadino modello; lavora come professore di chimica del liceo, ma la sua vita è sconvolta quando gli viene diagnosticato un cancro in fase terminale. L’evoluzione del personaggio è stupefacente: da cittadino modello, Walter sprofonderà in un vortice di crudeltà e per diventare infine uno spietato signore della droga.

Il protagonista parla con un General Accent, abbastanza facile da comprendere, ma la serie è ambientata nel New Mexico e molti dei protagonisti parlano con accento messicano e sudamericano. Uno dei personaggi più interessanti è Gus Fring (Giancarlo Esposito), quasi l’antitesi di Walter. Gus è un signore della droga che gioca tra due identità: da un lato cittadino al di sopra di ogni sospetto e proprietario di una catena di fast food, dall’altro un freddo boss della droga. Esposito ha affermato che l’accento ha giocato un ruolo fondamentale nella caratterizzazione del suo personaggio, che suona molto americano quando ha a che fare col pubblico, ma sudamericano quando discute i suoi affari illegali. 

 

House of Cards – voto 9.0 su IMDb

House of Cards, espressione che gli americani usano per riferirsi al senato, è il Game of Thrones della politica americana. Il protagonista è Frank Underwood, interpretato dal premio Oscar Kevin Spacey, un politico spietato e manipolatore, pronto a tutto pur diventare presidente degli Stati Uniti. Frank è nato nel South Carolina, in una famiglia di agricoltori, con un padre assente e ignorante, eppure è riuscito a far carriera grazie ad una mente brillante e al sostegno di sua moglie, Claire (Robin Wright). Frank parla con un accento che mantiene i suoni tipici degli stati del Sud; questa sua caratteristica è ancora più evidente se confrontata con gli altri senatori a Washington DC e con l’accento di sua moglie, un tempo molto forte e adesso assolutamente neutro.

Un elemento interessantissimo nella narrazione è che spesso Frank si rivolge direttamente allo spettatore, condividendo il suo pensiero sprezzante e la sua doppiezza nei confronti degli altri personaggi, ma anche i suoi ricordi, riuscendo con questo contatto a suscitare il nostro affetto, nonostante il suo spietato pragmatismo.

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Altri accenti

Offspring – voto 8.3 su IMDb

Una serie australiana divertente e originale, ambientata a Melbourne, che segue la storia di Nina Proudman e del suo rapporto con la famiglia, gli amici, l’amore e degli alti e bassi della vita a trent’anni. La narrazione tradizionale è talvolta interrotta da flashback, sogni ad occhi aperti e animazioni. La leggerezza con cui è affrontata la narrazione rende la serie accattivante e un passatempo leggero per imparare a comprendere l’accento Aussie (l'accento australiano) diverso dall’inglese e l’americano.

 

Hannibal – voto 8.6 su IMDb 

Hannibal è un thriller psicologico basato sui personaggi e le vicende dei romanzi Red Dragon e Hannibal scritte da Thomas Harris. La serie ha per protagonisti il brillante agente dell’FBI William Graham (Hugh Darcy) e l’illustre psichiatra Hannibal Lecter, nato in Lituania da famiglia aristocratica e interpretato dal danese Madds Mikkelsen. La serie mette in luce il gioco psicologico di Hannibal con i propri pazienti e con le forze dell'ordine, ma soprattutto l’influenza della sua personalità su Will. Hannibal è un uomo molto raffinato, ha un lessico vastissimo e un registro molto alto. La recitazione di Mikkelsen è perfetta e un punto fondamentale è il suo accento danese, una sorta di maschera che cela la sua natura perversa e suscita nello spettatore sensazioni ambivalenti: da un lato l’inconoscibilità della personalità di Hannibal e dall’altro l’affascinazione che l’ignoto comporta.

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Vikings – voto 8.6 su IMDb

Vikings è ambientata nella Scandinavia del IX secolo e racconta le avventure del vichingo Ragnar, interpretato dall’attore australiano Travis Fimmel, e del suo desiderio di avventura e conquista. Assieme alla sua gente, razzia e depreda fino ad arrivare sulle coste del regno di Northumbria, un antico regno dell’attuale Inghilterra. Ciò che è davvero interessante della serie è l’attenzione ai dettagli storici e alle tradizioni dei popoli scandinavi. La stessa cura si rispecchia recitazione degli attori che interpretano i guerrieri vichinghi, che recitano in inglese con un accento islandese (l’islandese è ritenuta dai linguisti la lingua viva più vicina alla norreno, ovvero l’idioma dei vichinghi) contrapposti agli accenti degli attori che interpretano gli aristocratici e che recitano con un accento inglese.

 

In Conclusione 

È importante ricordare che l’inglese, come l’italiano, ha molte varianti di accenti. Abituarsi a riconoscere il modo in cui le parole vengono pronunciate, non solo da i nativi, ma anche da chi parla inglese come seconda lingua è un’abilità fondamentale per chi vuol fare progressi.  

Non scoraggiarti se non riesci a capirli o riconoscerli al primo tentativo. Per questo ci sono i sottotitoli no?

L’ideale sarebbe usare sottotitoli in inglese, ma anche in italiano andranno bene per i primi tempi.
 

Pian piano ti renderai conto che quelli in inglese sono più accurati e la tua sarà un’evoluzione naturale.

Insomma non hai più scuse! Nel frattempo i miei popcorn sono pronti e la nuova puntata di Game of Thrones mi aspetta. No spoiler, please!

 

Potrai leggere altri articoli del nostro Blog seguendo questo link e per saperne di più su Speak e il nostro modo di intendere l'apprendimento dell'inglese consiglio di visitare il nostro sito web.

Ylenia Minei

Written by Ylenia Minei

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