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Le infinite possibilità di networking durante una full immersion Speak

07/03/19 16.10

Professionisti a caccia di nuove sfide, manager alle prese con un'imminente trasferta all'estero, imprenditori intenzionati ad espandere il proprio business oltre confine. Gran parte delle richieste di informazioni che affollano quotidianamente le nostre caselle di posta, i nostri canali social e i telefoni dei nostri uffici provengono da utenti di questo genere, uomini e donne che si dicono delusi dall'aver provato senza successo il corso online del momento, impazienti di star dietro a lunghi “pacchetti” di lezioni private o impossibilitati a trasferirsi all'estero per un periodo di studio.

Quel che è certo è che sono tutti accomunati dalle stesse improrogabili esigenze: migliorare rapidamente ed efficacemente il proprio inglese e, soprattutto, imparare finalmente a comprendere e farsi comprendere in lingua straniera dai propri interlocutori.

Quindi, dopo aver completato l'iscrizione, il più delle volte non ci si aspetta altro che trascorrere 4 o 8 giorni in una bella location, lontani da casa, per seguire un corso di inglese intensivo di 50 o 100 ore in compagnia di madrelingua da tutto il mondo. Niente di più, niente di meno.

E invece, già in occasione del primo contatto con il resto del gruppo, ci si rende conto che l'esperienza riserverà molto, molto altro.

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Le relazioni umane al centro

Prima ancora di essere definito “full immersion intensiva di inglese”, il Language Immersion Programme di Speak può essere inteso come una esperienza umana, un incontro tra persone, che differiscono per culture, vissuti, personalità, provenienze geografiche, ma che si ritrovano accomunate dalla stessa esigenza, quella che consente di stabilire un equilibrio tra tutti i componenti del gruppo e di annullare le distanze: già in occasione delle prime interazioni in lingua inglese, i partecipanti dimenticano di essere il Dottor Verdi, la Professoressa Bianchi o l'Ingegner Rossi e tornano a sentirsi semplicemente Mario, Daniela, Stefano.

A favorire il clima informale e rilassato ci pensa anche l'ambiente anglofono “chiuso” ricreato all'interno della location, utilizzata esclusivamente dai partecipanti: per tutta la durata del corso infatti si parla sempre e solo in inglese e non è presente alcun cliente esterno ma solo Learners (gli studenti intenzionati a migliorare l'inglese), Anglos (i madrelingua che supportano gli studenti) e Staff (che coordina e organizza le attività).

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Non è affatto raro assistere ad una conversazione in inglese tra il manager di un importante brand farmaceutico e un avvocato di Birmingham, tra una specialista in ambito HR e un medico di Chicago o tra una biologa con il sogno di trasferirsi in Australia e una collega di Melbourne. Il tutto, nella massima tranquillità, davanti ad un buon calice di vino o comodamente rilassati su un divanetto a bordo piscina.

 

Nuovi progetti, nuove opportunità

Come accennato, ciò che si sottovaluta (o talvolta si ignora) prima di cominciare la full immersion è la preziosa opportunità di stabilire relazioni, non solo sociali ma anche professionali, durante e dopo il programma. Il più delle volte i partecipanti restano in contatto al termine dell'esperienza per scambiarsi feedback, continuare a conoscersi o, perché no, dare vita a progetti condivisi.

È il caso di Riccardo e Anita, rispettivamente Learner e Anglo in uno dei primi programmi Speak: accomunati dalla grande passione per la musica, poco tempo fa hanno deciso di organizzare un breve tour nel Regno Unito realizzando il sogno di suonare insieme in locali di città come Londra, Manchester e Leicester.

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Alla scoperta del mondo

Ma Riccardo non è certo l'unico partecipante ad aver dato seguito alla propria esperienza Speak: Giulia, ad esempio, ha trovato nuovi clienti in Canada grazie all'amicizia nata con Margaret, proprio in un programma della scorsa estate. Da qualche mese ha stabilito i contatti con una casa editrice per bambini di Toronto, per la quale realizza meravigliose illustrazioni. O ancora Michele, che subito dopo la laurea ha voluto realizzare un'esperienza di volontariato in Irlanda e Janet lo ha supportato nella scelta del progetto a lui più congeniale.

 

Alla scoperta dell'Italia

Oltre alle storie di partecipanti italiani che hanno fatto le valigie per vivere un'avventura all'estero ci sono anche quelle di madrelingua che hanno compiuto il percorso inverso. Thomas è tra questi: dopo aver preso parte ad uno dei corsi della passata stagione si è innamorato della Toscana e non è più voluto tornare in Scozia. Ora vive e lavora in Italia come insegnante di inglese freelance e resta in contatto con i Learners con cui ha condiviso la sua prima esperienza da Anglos.

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Il nostro scopo è quello di aiutare persone di ogni età, provenienza e professione a migliorare le proprie competenze linguistiche ma sappiamo bene che tutto questo non può prescindere dalla componente umana. Stabilire relazioni, fare rete, sono i veri passi da compiere per raggiungere i propri obiettivi, non solo in ambito linguistico.

 

Il racconto dei partecipanti Speak continua sulle reviews che hanno deciso di rilasciare su Google o su Facebookse invece vuoi conoscere meglio le nostre esperienze di immersione linguistica visita il sito o contattaci tramite il form dedicato

Giovanni Porcelli

Written by Giovanni Porcelli

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