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TIPS | Parole da conoscere: It takes a village

16/07/19 11.23

Te lo diciamo spesso: le lingue sono materia viva che cambia e evolve col tempo, gli eventi storici e quelli sociali. Quando si impara l’inglese bisogna tenere conto non solo della classica grammatica, la base di tutto, ma anche di questa evoluzione continua e stare al passo, per quanto possibile, con lo slang, i neologismi e le espressioni che si aggiungono costantemente. Come si rimane al passo con i cambiamenti? Con una Language Immersion di Speak, per esempio, una esperienza che ti mette alla prova, ti prepara ad usare le tue conoscenze nel lavoro, nello studio e nella vita quotidiana con una full immersion linguistica. Fiore all’occhiello è la presenza degli Anglos, i madrelingua accuratamente selezionati da Speak, con i quali affrontare conversazioni One-to-one, migliorando in Listening, Speaking e Comprehension, e facendo tue le espressioni dell’inglese contemporaneo.

Una sessione di Group Debate durante una English Full Immersion di Speak

Si può anche mantenere l’allenamento e aggiornarsi con neologismi e nuove espressioni anche con il cinema, le serie TV, i video YouTube, libri e articoli da consultare con costanza; anche un articolo o un video al giorno può fare la differenza, soprattutto se ti soffermi qualche minuto in più sulle espressioni sconosciute per comprenderle meglio e farle tue. Un valido aiuto in questa attività sono i nostri 'Speak Tips - Parole da conoscere’, in cui scegliamo una espressione, un neologismo, una parola dello slang anglosassone e insieme ne analizziamo etimologia, usi e significati.

Per ulteriori informazioni sul metodo Speak e i prossimi appuntamenti puoi compilare questo modulo o scrivere all'indirizzo info@speakinitaly.com.

 

‘It takes a village’, l’etimologia

L’espressione ‘It takes a village’ è molto particolare: non appartiene propriamente alla tradizione anglosassone, ma è un prestito che ha cominciato a rivelarsi sempre più frequente nell’inglese moderno e colloquiale. Letteralmente in italiano si traduce con

"Ci vuole un villaggio"

nota come ‘It takes’ sia usato nella forma impersonale, ma il suo significato si amplia quando si completa la frase. Ma prima del significato, l’origine: si dice che ‘It takes a village’ derivi da

It takes a village to raise a child

un proverbio comune a molti popoli dell’Africa. Esso si riferisce al fatto che per crescere un bambino e renderlo una brava persona ci vuole sempre lo sforzo di un intero villaggio e una azione sinergica di più teste pensanti. 

Un bambino africano nel suo villaggio

Secondo Reference ci si imbatte nell’espressione anche nell’Antico testamento,  quando si sottolinea l’importanza di uno sforzo comune nel crescere una famiglia. L’idea di fondo, quindi, sta nell’idea di comunità alla base di questa espressione, quindi, in senso più ampio: l’obiettivo viene raggiunto più facilmente e con migliori risultati se si lavora insieme. In poche parole: “community, unity, cooperation and sharing”, come riporta a African proverbs.

 

I significati e le polemiche

C’è un famoso articolo di NPR, la National Public Radio, consorzio di radio indipendenti americane, che si è interrogata sull’etimologia corretta dell’espressione. Il titolo è davvero illuminante:

It Takes A Village To Determine The Origins Of An African Proverb 

In questo titolo l’espressione ‘It takes a village’ è utilizzata in senso lato, più ampio seppur strettamente connesso alla sua etimologia. “Serve tutto l’aiuto possibile”, “Ci vuole una squadra”, cosa che gli conferisce una nota in più: di solito si usa questa espressione quando il compito in questione è arduo, complesso, ma comunque si ha fiducia nel futuro. Lo si può riferire, quindi, ad un lavoro particolare da svolgere, anche se nel caso specifico di NPR la ricerca non è andata a buon fine:

"What we found is that it takes a lot of phone calls to track down the origins of a proverb. And in the end, the answer might be: We just don't know."

L’articolo trae ispirazione da un episodio ben preciso: nel 1996 Hillary Clinton, allora first lady americana, pubblicò un saggio sulla famiglia dal titolo “It Takes a Village”; ritorna, in questo caso, il significato originario di lavoro comune per un obiettivo condiviso.

Hillary Clinton autrice del saggio sulla famiglia dal titolo It take a Village

In un discorso pubblico del 2018 alla American Library Association’s annual conference in New Orleans, Michelle Obama, altra ex first lady americana, ha rafforzato questo significato dicendo:

“It truly takes a village to raise children. Build your village wherever you are. It will be your salvation and keep you sane”

Ma qual è il punto di vista degli Africanist sull’espressione? Clinton e Obama la stanno utilizzando nel modo giusto? A quanto pare il professor Neal Lester conferma l’idea di comunità nell’origine di questo modo di dire, che si sovrappone all’individualismo più prettamente Occidentale, ma la verità è che quando fu pubblicato il saggio di Hillary Clinton molti americani erano convinti fosse una espressione comune dell’inglese. Tutto questo si è trasformato nell’accusa di ‘Cultural appropriation’, cioè quel fenomeno per cui si riprendono elementi di una cultura estranea e li si utilizzano con errori o modificando intenzionalmente il contenuto. Il concetto di ‘Cultural Appropriation’ è molto serio e complesso, si tratta di utilizzare per i propri scopi (politici, economici, etc) una cultura posticcia, fake culture, e attribuire loro una origine africana più per convenienza che per effettiva conoscenza. In questo caso, rivelatosi delicatissimo, rimane una verità: il significato di questa espressione è indubbiamente legato alla cultura africana, bisogna solo essere consapevoli che poi ha assunto una vita propria nella lingua inglese.

 

Nell’inglese colloquiale moderno

 

"How do you know Mr Brown?"
"Oh, it takes a village!"

Questo è l’esempio lampante di come l’espressione abbia assunto vita propria nella cultura anglosassone, pur mantenendo la sua origine. In questo caso significa che ‘ci vuole tanto a spiegarlo’, come quando in italiano diciamo: “Quanto tempo hai?” riferendoci a quello che ci vuole per raccontare una lunga storia.

 

L’esperienza Speak

Speak propone un approccio innovativo all'apprendimento della lingua, basato sulla conversazione e sulla pratica dell'inglese per potenziare rapidamente le abilità spesso più trascurate nello studio tradizionale: lo Speaking ed il Listening.

I nostri Language Immersion Programmes sono corsi intensivi di English full immersion in formula residenziale, svolti con madrelingua provenienti da tutto il mondo.

Per scoprire i prossimi appuntamenti visita la pagina con il calendario dei corsi di Speak. Per richiedere maggiori informazioni puoi compilare questo modulo o scrivere all'indirizzo info@speakinitaly.com.

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