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La lingua inglese nelle serie TV: il Posh English di The Crown

16/03/18 15.21

The Crown è uno degli ultimi successi di Netflix, la piattaforma di streaming che ha sbaragliato in pochi anni la concorrenza della Tv e di YouTube proponendo contenuti originali e sempre nuovi. L’ultima serie è datata Dicembre 2017, ma oggi alla ribalta anche per una polemica quanto mai sacrosanta: la disparità di salario fra protagonista femminile e maschile. Ma andiamo con ordine.

 

Storia di un successo annunciato

Nel panorama della produzione Netflix The crown è un caso a sé, un vero e proprio gioiello.

Vincitore di moltissimi premi e riconoscimenti (Golden globes, Sag Awards, etc…), The Crown è una miniserie di produzione anglo-americana scritta da Peter Morgan e narra le vicende della famiglia reale inglese. Si tratta della vita di Elisabetta II, interpretata da Claire Foy, raccontata a partire dal 1947 e dal suo matrimonio con il Principe Filippo. La vita della famiglia reale e la narrazione degli scandali di corte si intrecciano alle vicende storiche: il secondo dopoguerra, il secondo mandato di Winston Churchill, le crisi internazionali e quelle private di una famiglia decisamente fuori dall’ordinario. Non è una serie dai toni scandalistici, ma una rappresentazione molto fedele della monarchia inglese e del suo ruolo nella storia.

Claire Foy interpreta la Regina Elisabetta II in The Crown

Claire Foy, dicevamo, è la splendida protagonista delle prime due serie, quelle fino ad ora pubblicate. Una Regina Elisabetta timida e incerta in prima battuta, più autoritaria e decisamente protagonista del suo tempo nella seconda serie. Al suo fianco Matt Smith, un Principe Filippo incredibilmente somigliante all’originale, che soffre moltissimo il suo ruolo in secondo piano. Tra incontri storici - quello con John e Jackie Kennedy, per esempio, a cui viene dedicata una eccellente puntata della seconda serie - figli e scandali di corte, il sodalizio fra Elisabetta e Filippo regge per il bene della corona e della sua sopravvivenza.

A fianco a loro una incredibile Vanessa Kirby nel ruolo della Principessa Margaret, la sorella ribelle di Elisabetta alla quale viene negato il matrimonio con l’amore della sua vita, Pete Townsend, e che va incontro all’infelicità sposando poi Antony Armstrong-Jones.

L’ottima scrittura di Morgan, l’ideatore della serie, le grandi prove attoriali e il fascino sempreverde della casa reale inglese sono le chiavi del successo di The Crown, che si avvia verso un cambiamento radicale. La terza serie, infatti, riprenderà le vicende negli anni ’70 con Olivia Coleman nei panni della Regina e un cast tutto nuovo.

Peccato, allora, che nonostante il successo, un Golden Globe vinto e la grande prova d’attrice, la parità dei salari tra Claire Foy e Matt Smith non sia un principio contemplato dalla produzione. Matt Smith aveva dalla sua l’enorme successo del suo Doctor Who, storica serie televisiva inglese, è vero, ma si spera che le cose miglioreranno con la nuova serie.

 

Il lato linguistico di The Crown

Anche per The Crown vale il consiglio che diamo sempre: meglio guardarlo in lingua originale con l’aiuto dei sottotitoli. Si apprezza meglio il lavoro del cast e le prove d’attore, ma, in questo caso, si aggiunge un tassello in più. Ci ritroviamo, infatti, davanti ad una serie Tv con un British English decisamente posh, quello parlato dalla casa reale, dai nobili e gli alti funzionari del governo. In più siamo tra il 1947 e il 1967 e i protagonisti parlano un inglese sicuramente diverso rispetto a quello attuale: le lingue sono vive e cambiano con i decenni.

Discorso della Regina Elisabetta II in un episodio di The Crown

Ci si potrebbe chiedere, allora, a che serve allenare l’ascolto con un inglese così forbito e lontano? La risposta vi sorprenderà: è incredibilmente utile. Intanto l’allenamento già menzionato in precedenza: è vero che la lingua è cambiata, ma la struttura rimane e persino un discorso della regina negli anni ’50 può insegnare ancora tantissimo sull’inglese di oggi. L’altra ragione è di tipo culturale: The crown è un esempio mirabile di come una grande produzione di questo livello debba lavorare anche sul fronte linguistico per essere credibile e di successo.

Tutti gli attori del cast hanno lavorato con coach specifici per mettere in pratica il miglior Posh English possibile per i loro personaggi. Claire Foy, la Regina, ha lavorato a lungo con il Dialect coach William Conacher.

Il dubbio con The Crown era capire se fosse controproducente riprodurre in tutto e per tutto l’accento aristocratico della Regina e creare, così, una barriera tra la serie e il pubblico. Eppure questo accento, così altisonante per molti, è la vera essenza del personaggio e edulcorarla avrebbe compromesso la riuscita dell’intera serie. Questa è la Regina Elisabetta II, colei che quando parla apre pochissimo la bocca, dice lo stesso Conacher in una intervista al Nypost: 

"La Regina non dice ‘Thank you’; la Regina dice ‘Thenk you’ con uno 'you' molto breve. Era una delle cose che più dava dipendenza sul set. Alla fine tutta la crew andava in giro ripetendo ‘Thenk you’."

Lo stesso dialect coach ha lavorato anche con Matt Smith per il suo Principe Filippo. La loro sfida più dura? La racconta Conacher sempre al NyPost:

"Continuava a pronunciare la parola ‘was’ come ‘wuz’ - invece di qualcosa come ‘whas’. Sembrerebbe stupido correggerlo perché in fondo è solo una parola, ma anche una sola parola fa davvero la differenza!"

Matt Smith nel ruolo del Principe Filippo

Non è semplice nemmeno per gli attori madrelingua parlare il Posh English e la differenza dal linguaggio comune è tale che è stato necessario trattarlo come fosse un vero e proprio dialetto. Vanessa Kirby, la principessa Margaret, racconta in una delle sue interviste che è stato fondamentale per gli attori fare pratica in continuazione, proprio come facciamo noi per imparare una seconda lingua. Tutti gli attori del cast erano seguiti costantemente dal dialect coach e continuavano a fare pratica anche nelle pause tra un ciak e l’altro.

 

Le British Phrases 

Non solo Posh English, ma anche espressioni molto particolari in questa serie very British. Ed ecco che la stessa produzione si preoccupa di costruire una breve guida per le espressioni più old-fashioned che potrebbero sfuggire persino ai madrelingua. Si scopre così l’espressione “Bloody Shambles” per indicare una situazione che degenera in una grande confusione; oppure “Give a fig”, un modo all’antica per dire che qualcosa non ci interessa, o l’aggettivo “Namby-Pamby” quando si vuole indicare un comportamento debole.

The crown si rivela, quindi, una miniera d’oro di espressioni e parole e chissà che un po’ di posh English non ci rimanga in mente, magari dopo aver guardato due serie di fila in un binge watching da veri professionisti delle serie TV!

 

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