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SPEAK TIPS | Piccolo dizionario del Moon Landing

by Alessia Ragno, on 18/07/19 16.24

Il 20 Luglio 1969 Neil Armstrong e Edwin Aldrin, detto Buzz, arrivarono sul suolo lunare con la missione Apollo 11; sono stati loro, poco dopo, a compiere i primi passi di un essere umano su un suolo non terrestre. Al momento del sul primo passo sulla Luna, Neil Armstrong disse via radio a scienziati e tecnici che lo seguivano dalla terra:

"That's one small step for a man, one giant leap for mankind"

 

 

Il suo arrivo fu trasmesso in mondovisione e tutti guardarono i due astronauti camminare leggeri sulla Luna e lasciare sul suolo una bandiera americana e una targa con su scritto:

Here men from the planet Earth first set foot upon the moon. July 1969 A.D. We came in peace for all mankind.

Questa edizione speciale dello Speak Tips è dedicato al moon landing nell’anno del suo 50esimo anniversario; quello che costruiamo insieme è un piccolo dizionario per comprendere i termini chiave, scientifici e non, di questa ricorrenza fondamentale della storia dell’umanità.

Perché sulla Luna?

Nel 1962 l’allora presidente americano John Fitzgerald Kennedy aveva sfidato le NASA e i suoi scienziati ad arrivare sul suolo lunare entro la fine del 1969. Kennedy disse:

"We choose to go to the Moon in this decade and do the other things, not because they are easy, but because they are hard […]"

 

 

Lo spazio era la nuova frontiera, new frontier, ma conquistarlo era anche una prova muscolare nel periodo della Guerra Fredda, Cold War, che intercorreva tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Quella in atto fra le due potenze era una vera e propria Space Race, una corsa a chi fosse più avanzato tecnologicamente e, quindi, più forte; già nel 1957 i Russi avevano mandato nello spazio il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, Yuri Gagarin, primo uomo nello spazio, nel 1961 e dal 1958 con le missioni LUNA avevano avviato i tentativi di allunaggio, molti di questi fallimentari. L’America, dal canto suo, aveva avviato nel 1958 le missioni Pioneer e Ranger, i nomi dati ai veicoli lanciati nello spazio, in inglese spacecraft, ma i primi successi arrivarono solo nel 1964, mentre i Russi erano già atterrati sul suolo lunare nel 1959. In questa lotta di nervi si inserì il lavoro costante e monumentale della NASA, National Aeronautics and Space Administration, una indipendent agency che fa capo al governo americano, istituita nel 1958. La Luna era l’obiettivo al contempo più vicino e più lontano, il compromesso migliore per dimostrare la forza tecnologica e strategica degli Stati Uniti. Kennedy propose persino una missione comune in una assemblea ONU, a joint expedition, ma l’idea fallì presto a causa della morte improvvisa del Presidente degli Stati Uniti.

Nato come una sfida fondamentalmente politica, il moon landing si è presto trasformato in una conquista emozionante per l’umanità intera.

Il viaggio e i suoi aspetti scientifici

L’Apollo 11 è partito il 16 Luglio 1969 da Cape Kennedy, in Florida, alle 9:32 am. A bordo dello spaceflight Armstrong, Aldrin e Michael Collins, l'unico rimasto a bordo durante lo sbarco sulla luna. A lanciarli in orbita il most powerful rocket in history, il Saturn V. Per il lancio la NASA ha utilizzato ben 800.000 litri di fuel per il primo modulo del razzo, in inglese rocket, per una spinta totale di ’34.5 million newtons’, più precisamente si chiama ‘thrust at launch’. Per rendere l’idea della quantità di carburante la NASA dice nel suo approfondimento ‘What Was the Saturn V?

"A car […] could drive around the world around 800 times with the amount of fuel the Saturn V used for a lunar landing mission."

Dopo 12 minuti dal lancio lo spaceflight si era sganciato da tutti e tre gli elementi del rocket, si parla di first, second and third stage, entrando finalmente in orbita. Ci sono voluti 3 giorni di viaggio per raggiungere l’orbita lunare e al momento del moon landing furono solo Armstrong e Aldrin a staccarsi con il modulo lunare, lunar module chiamato Eagle, e ad atterrare sulla superficie lunare. Collins rimase nel Columbia a fluttuare nella lunar orbit.

Il viaggio dell’Eagle fu funestato da alcuni problemi tecnici, un anticipo di 3 secondi sulla tabella di marcia stabilita che li avrebbe portati a schiantarsi su delle rocce, boulders. La tragedia fu evitata grazie alla prontezza di Armstrong che guidò l’Eagle in un semi-automatic controlled landing. Al momento del moonlanding Armstrong disse alla base Nasa:

"Houston, Tranquility Base here. The Eagle has landed."

 

Erano le 20:17:40 UTC on Sunday July 2 e a guardarli in TV c’erano almeno 600 milioni di spettatori in tutto il mondo.

N.B: UTC significa Coordinated Universal Time, nei paesi anglosassoni spesso sinonimo di Greenwich Mean Time, ovvero il GMT. L’UTC viene misurato con orologi atomici ed è estremamente preciso. In Italia l’orario di riferimento è il CET (Central European Time) che non è altro che l’UTC +1.

Dopo l’atterraggio e il primo passo ci furono ben tre ore e mezza di EVA, Extravehicular activities, tra cui il posizionamento della bandiera e raccolta di campioni, fotografie e riprese che gli astronauti commentarono con uno storico dialogo:

Aldrin: Beautiful view!
Armstrong: Isn't that something! Magnificent sight out here.
Aldrin: Magnificent desolation.

I tre astronauti riuscirono a tornare sulla terra il 24 Luglio atterrando nel mare delle Hawaii, ma la NASA non era stata sempre sicura di questo ritorno; in queste operazioni scientifiche anche lo scenario peggiore deve essere preparato e pianificato, tanto che lo speechwriter William Sapphire fu incaricato di scrivere un discorso per l’allora presidente Nixon in caso di fallimento della missione di ritorno. In tutto il viaggio è durato 8 giorni, 3 ore, 18 minuti e 35 secondi.

Questa la ricostruzione della missione fatta da Vox:

 

 

e questa una delle interviste a Buzz Aldrin che racconta la missione e ‘the emotional and psychological problems he suffered afterwards

 

 

La missione Apollo 11 non è stata, però, solo un successo dei tre uomini dell’equipaggio, alle loro spalle un team di migliaia di scienziati di ogni campo (ingegneri, fisici, informatici, matematici etc.) a coordinare e sviluppare ogni dettaglio e ogni possibile scenario. C’è stata Margaret Hamilton, computer scientist e system engineer, Director of the Software Engineering Division of the MIT Instrumentation Laboratory che ha sviluppato i software di bordo dell’Apollo space program. È stata lei a coniare il termine software engineering.

Margaret Hamilton coniatrice del termine software engineering

Nella foto la vedete sorridente accanto al listings of the software prodotto per la missione Apollo 11.

Katherine Johnson, invece, è stata la matematica e fisica statunitense a calcolare a mano la giusta traiettoria dell’intera missione assieme a Mary Jackson, Dorothy Vaughan ed altre decine di computer come loro nel Langley Research Center di Hampton in Virginia. In questo caso computer non si riferisce alla macchina, ma a persone fisiche, per lo più donne, impegnate nel calcolo manuale di traiettorie e previsioni del moto. Tale era la bravura di Katherine Johnson che di lei l’astronauta John Glenn disse, poco prima di partire per la sua missione in orbita intorno alla terra nel 1962:

"If she says the numbers are good, I am ready to go"

 

Il moon landing nel cinema

Il moon landing rimarrà nell’immaginario collettivo di tutti coloro che l’hanno vissuto, ma anche delle generazioni a venire, questo anche perché è dal Dicembre 1972 che nessun uomo è più tornato sulla Luna. Molti sono stati i film che hanno raccontato le missioni Apollo e il moon landing, questi sono i consigliati da Speak per precisione storica, valore culturale e soprattutto per l’esperienza linguistica ascoltandoli in lingua originale.

First Man (2018), di Damien Chazelle con Ryan Gosling: adattamento cinematografico della biografia di Neil Armstrong, ottimo per capire lo spirito con cui i primi astronauti affrontavano lo spazio.

 

 

Apollo 11 (2019), di Todd Douglas Miller: documentario presentato al Sundance festival del 2019 che raccoglie documenti originali per celebrare i 50 anni della missione.

 

 

Magnificent Desolation: Walking on the Moon (2005), di Mark Cowen: un documentario, narrato da Tom Hanks, che celebra i 12 uomini che hanno camminato sul suolo lunare.

 

 

Apollo 13 (1995), di Ron Howard con Tom Hanks: film che racconta una storia successiva all’Apollo 11 e il miracoloso rientro dei tre astronauti dell’Apollo 13, che mai riuscirono ad arrivare sul suolo lunare.

 

 

 

L’esperienza Speak

Per tutti i ragazzi che vogliono migliorare il proprio inglese con una esperienza divertente e condivisa con tanti coetanei madrelingua inglese provenienti da tutto il mondo, ci sono i camp di Speak Teen. Due le formule tra cui scegliere:

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