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SPEAK TIPS | Piccolo dizionario del Thanksgiving

by Alessia Ragno, on 22/11/19 12.49

Il Thanksgiving Day, il giorno del Ringraziamento, è una festa nazionale statunitense dall’enorme eco internazionale. Iconica perché rappresentata moltissimo in tv e al cinema, è entrata nell’immaginario collettivo che tutti noi Europei, e non, attribuiamo agli USA. È una festa di tale importanza da fare quasi concorrenza al Natale. Speak Tips ti racconta, allora, la storia del Thanksgiving, le sue tradizioni e ad esse abbina un Piccolo Dizionario per comprenderlo fino in fondo anche in lingua inglese.

La storia

Prima di iniziare una precisazione: il Thanksgiving è una festività degli Stati Uniti, ma anche del Canada e di poche altre nazioni in giro per il mondo, tra cui le Filippine. Il Thanksgiving canadese si festeggia il secondo Lunedì di Ottobre, quello statunitense, invece, il quarto giovedì di Novembre. Ma perché?

Le radici del Thanksgiving affondano sicuramente nell’eredità lasciata dagli harvest festival britannici che celebrano il raccolto annuale. Questo è il motivo per cui in Canada si festeggia con ben un mese di anticipo, visto l’arrivo precoce dell’inverno che anticipava il raccolto. C’è anche una componente prettamente religiosa che col tempo si è smorzata, ma che si conserva nel nome stesso della ricorrenza. Thanksgiving implicava un ringraziamento a Dio per la bontà del raccolto, ringraziamento che poi si è esteso anche alla comunità e alla famiglia. L’origine della festività è, però, avvolta dal mistero e dall’incertezza. Alcuni sostengono sia stata festeggiata per la prima volta nelle colonie in Virginia e Massachusetts, come sostenne anche il presidente Americano Kennedy nel 1963 nella sua Proclamation:

"[Our forefathers] gave reverent thanks for their safety, for the health of their children, for the fertility of their fields, for the love which bound them together, and for the faith which united them with their God."

Il termine forefathers significa avi, antenati, ma in questo caso allude ai padri Pellegrini, i Pilgrim fathers, cioè i primi coloni del Nuovo Mondo arrivati proprio in Massachusetts agli inizi del XVII secolo.

Il Thanksgiving è diventato una public holiday nel 1789 dietro richiesta del Federal Congress statunitense, a cui seguì il proclama del presidente di allora George Washington. Quasi un secolo più tardi fu il presidente Abraham Lincoln a proclamare che, da allora in poi (era il 1863) il Thanksgiving sarebbe stato celebrato

"each year on the last Thursday of November."

Da allora c’è stata solo una breve deroga al proclama di Lincoln, più precisamente durante la Great Depression dell’economia americana. Nel 1939 Franklin Delano Roosevelt anticipò i festeggiamenti al secondo Lunedì di Novembre per spingere gli acquisti e far respirare l’economia. La sua decisione, però, non fu molto apprezzata e tutto ritornò alle precedenti disposizioni, ma è rimasto l’eco del nome scherzoso che gli fu dato all’epoca: Franksgiving.

La tradizione

Abbiamo detto, quindi, che l’obiettivo del Thanksgiving è quello di ringraziare per quello che si ha, un momento di celebrazione, festeggiamenti e pranzi in famiglia. Un ringraziamento d’ispirazione religiosa, ma che col tempo si è staccato da quella tradizione e ne ha sviluppato di altre tutte particolari. Innanzitutto il National Thanksgiving Turkey Presentation, una cerimonia che si svolge pochi giorni prima del Thanksgiving nella White House. Il Presidente in carica “spares”, cioè letteralmente risparmia la vita ad uno o più tacchini fortunati che, dopo la cerimonia, tornano a vivere nella fattoria d’origine o in altre strutture all’aria aperta. Ad ogni tacchino viene dato un nome e viene seguito durante tutta la sua vita. L’espressione spesso usate è:

"The President pardons the turkeys"

in cui il verbo ‘To pardon’ significa assolvere. Si narra che il primo presidente a prendere in considerazione l’idea di salvare un tacchino sia stato Lincoln, a cui il figlio Tad aveva richiesto espressamente questo regalo.

La tradizione del Thanksgiving a New York è molto sentita e amata, soprattutto grazie alla New York Thanksgiving Parade, una sfilata risalente agli anni ’20 del Novecento organizzata storicamente dai grandi magazzini Macy’s, in inglese Macy’s Department Stores. Sulla 8th Avenue e la 6th Avenue sfilano pupazzi gonfiabili di personaggi famosi e dei cartoni animati, assieme a carri allegorici, performers, esibizioni canore e marching bands. Ogni anno viene scelto un cerimoniere d’eccezione e una serie di celebrities che con lui si esibiscono davanti al pubblico e alla diretta tv. I pupazzi più grandi si chiamano balloons, i più piccoli dotati di ruote balloonicles. Per farti una idea delle dimensioni della sfilata:

 

Ogni anno debuttano nuovi balloon e la gara tra programmi di informazione a chi riesce a svelarli prima è molto combattuta:

 

Dopo ogni lauto pranzo di Thanksgiving gli americani si siedono davanti alla tv per seguire il Football; tradizionalmente c’è, sin dagli anni ’30, una partita dei Detroit Lions e una dei Dallas Cowboys, questi ultimi solo dal 1966. Dal 2006 c’è anche un match serale con diverse squadre ogni anno.

Tradizionalmente il giorno dopo il Thanksgiving viene chiamato Black Friday, ovvero il primo giorno ufficiale di shopping natalizio negli Stati Uniti con una serie di sconti molto convenienti, tradizione da poco importata anche in Europa. Fino a pochi anni fa le offerte online erano proposte solo il Lunedì dopo il Thanksgiving, detto Cyber Monday; attualmente però è tutto anticipato al Venerdì. 

Il menù del Thanksgiving

La tradizione più importante del Thanksgiving sta nel pranzo e nel cibo. Innanzitutto c’è il roast turkey, accompagnato dalle mashed potatoes, oppure semplicemente roast potatoes, la potato salad, il gravy, una densa salsa ottenuta riducendo i sughi di cottura della carne, il corn bread e la cranberry sauce. Altro piatto fondamentale della tavola del Thanksgiving è lo stuffing, letteralmente il ripieno del tacchino. Ultimamente, però, la tendenza è dare allo stuffing una vita a sé: all’interno del tacchino vengono inserite solo verdure e aromi, a parte si prepara una teglia di stuffing, ovvero di pane, erbe, uova, burro e panna. I contorni più famosi? I green beans, ovvero i fagiolini, roasted pumpkin, sweet potato casserole e jiffy corn casserole, ovvero mais, burro e sour cream.

Ma cosa sarebbe il Thanksgiving senza dolci? La tradizione pretende che a tavola ci sia almeno una pumpkin pie, ovvero una crosta croccante di farina, burro, zucchero e acqua ripiena di crema di zucca e uova in una sorta di custard cream. Sono, però, ottime compagne della pumpkin pie la pecan pie, cherry pie e la apple pie, meglio se fatte in casa. Per farti una idea di un pasto degno del Thanksgiving due video:

un menu tradizionale

 

e una proposta più moderna e divertente della chef Alison Roman per il NYTimes.

Divertiti a trovare gli elementi comuni tra i menu proposti!

Il Thanksgiving nei film e nelle serie tv

Dopo tutte queste informazioni hai ancora bisogno di qualcosa che ti aiuti a capire meglio cosa significa per gli americani vivere un Thanksgiving in piena regola? Fatti aiutare da film e serie tv. Innanzitutto guarda le puntate speciali di molte serie tv americane. Il consiglio di Speak? Friends che ha circa 10 puntate speciali e sono tutte molto divertenti.

 

Oppure Gilmore Girls:

 

Ma il Thanksgiving è stato raccontato anche da Charlie Brown in ‘A Charlie Brown Thanksgiving’, un cortometraggio del 1973 che racchiude in sé tutta la tradizione del giorno del Ringraziamento.

 

Happy Thanksgiving!

L’esperienza Speak

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