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Incertezza Brexit: esiste un'alternativa alle Summer School in UK?

by Joe Lang, on 09/01/19 17.53

Ogni nuovo anno porta sempre con sé sfide e incertezze e il 2019, per tante ragioni, sembra essere un anno di grandi cambiamenti, in particolar modo sul piano geopolitico dove già da qualche tempo si vivono momenti di incertezza.

A livello europeo questo fenomeno è stato messo in risalto dagli ultimi sviluppi della Brexit e da tutto quello che comporterà sia per i cittadini del Regno Unito, sia per le popolazioni oltremanica che intenderanno recarsi in territorio britannico. Al momento della stesura del piano c’è ancora parecchia incertezza e mancano notizie definitive.

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Ma cosa significherà tutto questo per i nostri ragazzi? Come cambierà il loro rapporto con il Regno Unito? Cosa significa, più in generale, imparare l'inglese nel Regno Unito durante la stagione estiva? C'è qualche alternativa alla classica Summer School del Regno Unito? Sappiamo che c'è ...

 
English Summer School - un rito di passaggio 

Dagli anni '70 in poi, l'importanza dell'inglese come lingua internazionale per il lavoro e la comunicazione è stata riconosciuta da quasi tutti i paesi europei. Per molti studenti questo ha significato seguire un programma scolastico con l'inglese come materia obbligatoria e, per molte migliaia di loro, compiere un viaggio nel Regno Unito durante l'estate per prendere parte ad una English Summer School. Le scuole estive sono diventate quasi un rito di passaggio per molti giovani. Un'opportunità per imparare l'inglese sperimentando una nuova cultura e scoprendo posti nuovi. 

Molti genitori di oggi potrebbero raccontare tante storie sui loro viaggi ad Oxford, Brighton, Cambridge, l'Hard Rock Café (e così via), vissute negli anni '80 e '90. I fondatori di Speak hanno lavorato per quasi 20 anni in questo settore, gestendo alcune delle più prestigiose Summer School del Regno Unito: 30 in totale, per oltre 10.000 studenti provenienti da oltre 90 paesi. Conosciamo molto bene la questione, amiamo le Summer School, riconosciamo il loro valore per i giovani ed è una passione che abbiamo portato con noi in Speak. 

Tuttavia, sappiamo altrettanto bene che non sempre portano risultati in termini di apprendimento linguistico. Com'è possibile? Non bisogna andare in Inghilterra per imparare davvero l’inglese? Bene, funziona così: la maggior parte delle Summer School nel Regno Unito accetta prenotazioni di gruppo, vale a dire che un gran numero di studenti proviene dalla stessa scuola o, peggio, dalla stessa classe e parla la stessa lingua. Il risultato? Un ciclo di lezioni di gruppo al mattino, spesso in classi di mono-nazionalità, con poca o nessuna opportunità di parlare o esercitarsi in lingua, attività spesso poco organizzate e poche opportunità di conoscere effettivamente il paese, la sua gente o una cultura diversa da quella conosciuta attraverso la visita occasionale in un museo (generalmente gratuito).

Gruppo di ragazzi italiani all'estero

Va detto che la quasi totale mancanza di pratica linguistica in contesti reali, con parlanti madrelingua inglesi (in particolare coeatanei), è un fatto sia per le Summer School di gruppo che per le realtà più prestigiose. In pratica, per la maggior parte delle Summer School nel Regno Unito. Ovviamente, qualsiasi viaggio educativo all'estero in qualsiasi paese è sempre vantaggioso per i giovani e ci auguriamo che questa abitudine possa continuare a lungo, ma l'idea che le grandi Summer School tradizionali possano portare risultati positivi o addirittura tangibili in termini di apprendimento delle lingue non è vera nella maggior parte dei casi e i genitori lo sanno molto bene.

 

Brexit – come inciderà sul nostro modo di viaggiare? 

Se questo discorso valeva già in tempi “normali”, con l’apparizione del fantasma Brexit, vale ancora di più. Il referendum del 23 giugno 2016 ha portato molti ad interrogarsi su quale sarà il rapporto presente e futuro tra Regno Unito ed Unione Europea. Uno degli aspetti più critici generati da questa decisione è quello legato ai viaggi e, al momento, si brancola ancora nel buio quando si tenta di capire cosa avverrà dopo l’entrata in vigore ufficiale della Brexit, il prossimo 29 marzo 2019. Mancano quindi pochi giorni e la questione dei viaggi studio della prossima estate non è ancora chiara. La situazione evolve giorno dopo giorno e potrebbe ancora portare a un risultato critico "senza accordo" o essere risolta attraverso un secondo referendum che forse chiarirebbe il discorso a lungo termine, ma certamente non quello per la prossima estate. 

Tutto ciò è storicamente e culturalmente preoccupante e, personalmente, molto triste e frustrante. Sono cresciuto nel Regno Unito e mi sono sempre sentito sia un cittadino europeo, sia britannico. La connessione tra le nostre isole e il resto d'Europa sembrava un'unione naturale e logica sia dal punto di vista commerciale che da quello culturale. Tutti i miei conoscenti nel Regno Unito si sentono allo stesso modo. Il referendum ha minacciato di cancellare gran parte di questo e potrebbe lasciare la Gran Bretagna abbandonata a sé stessa

Lo stesso non si può dire della lingua inglese. Imparare l'inglese è importante quanto lo è sempre stato, indipendentemente dalla Brexit. Perché? Per diverse ragioni. In primo luogo, l'inglese è una lingua davvero internazionale - il Regno Unito include solo una piccola parte del numero totale di madrelingua inglesi in tutto il mondo. Ma, in secondo luogo, l'inglese è chiaramente la lingua più parlata al mondo come seconda lingua, anche nell'UE. Infatti, più della metà (51%) dei cittadini dell'UE usa l'inglese per comunicare: il 13% usa l'inglese come lingua madre (non solo nel Regno Unito ma anche in Irlanda, Malta e altri cittadini extracomunitari presenti in Europa) e il 38% dei cittadini europei lo usa con competenza come seconda lingua [1]. L'inglese ha quindi una portata molto maggiore rispetto a qualsiasi altra lingua dell'UE. A livello globale, l'inglese ha un'ulteriore estensione. È indubbiamente l'unico vero linguaggio globale, ad esempio, per il business, il mondo accademico, la comunicazione ed Internet.

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Una rivoluzione nel mondo delle Summer School 

Quindi, la domanda rimane: partendo dal presupposto che vogliamo che i nostri figli imparino e migliorino davvero il loro inglese per il loro futuro, per il lavoro, per l'università o per il loro sviluppo culturale in generale, qual è l’alternativa? 

Di alternative serie, per fortuna, ne esistono e si basano su un’idea molto semplice: dare la possibilità agli studenti di imparare e migliorare le proprie competenze linguistiche interagendo costantemente con interlocutori madrelingua “diretti”. Libri, aule e insegnanti sono assolutamente fondamentali per apprendere la teoria ma quando si parla di pratica il discorso cambia radicalmente. La presenza di un insegnante, in un classico rapporto 1:15, 1:20 o 1:30 rispetto ad una classe di studenti non offre la possibilità di ottenere (per motivi ovvi e indipendenti dalle qualità del tutor) la stessa efficacia portata da conversazioni dirette, one-to-one o in piccoli gruppi, con pari età e pari ruolo madrelingua. 

E non è nemmeno necessario recarsi in Gran Bretagna perché oggi esistono realtà capaci di costruire un ambiente anglofono chiuso all’interno di luoghi suggestivi nello stesso Paese di residenza degli studenti. 

Parliamo ad esempio di Diverbo, che da più di 15 anni organizza in Spagna Summer Camp con ragazzi madrelingua da tutto il mondo in rapporto 1 a 1 e, appunto, noi di Speak che, dopo un’esperienza molto positiva con gli adulti, dallo scorso anno abbiamo deciso di proporre lo stesso metodo ai teenagers italiani (e non), con risultati davvero entusiasmanti. 

Un’esperienza di apprendimento senza precedenti: facciamo incontrare gli studenti con gli Anglos per immergerli in un intenso programma di inglese dove vivono e respirano l'inglese dalla mattina alla sera. I nostri ragazzi si impegnano con gli Anglo Teens di tutto il mondo in conversazioni one-to-one, laboratori linguistici, giochi e attività, sport, escursioni, pasti e social time, interamente in inglese, per tutto il giorno. Parlano e ascoltano la lingua fino a 14 ore al giorno e fanno tutto questo senza nemmeno lasciare l'Italia perché è qui che portiamo i ragazzi madrelingua! 

conversazione-tra-ragazzi

Le nostre sedi sono tutte ad uso esclusivo di Speak (quindi tutte le strutture sono utilizzate solo dai noi durante il Camp - diversamente dal 99% delle scuole estive del Regno Unito) e i partecipanti possono godersi il meglio dell'ospitalità italiana acquisendo un inglese molto più naturale di quello che potrebbero ottenere nel Regno Unito

In Speak Teens portiamo tutta la passione e l'esperienza che abbiamo acquisito in vent’anni di gestione di Summer School nel Regno Unito e siamo immensamente orgogliosi di ciò che abbiamo realizzato a Valbonella la scorsa estate.  

I Camp 2018 sono andati entrambi ‘sold out’ e dopo mesi e mesi di pianificazione, è stato emozionante vedere il Camp lasciare un segno positivo e permanente sulla vita di questi ragazzi, migliorando naturalmente e rapidamente il loro inglese, la loro fiducia e il loro vocabolario, ma anche regalando loro l’opportunità di costruire legami d’amicizia con coetanei da tutto il mondo che ci auguriamo dureranno tutta la vita. 

La Brexit porta incertezza e dubbi sul Paese in cui siamo cresciuti e che continuiamo ad amare, ma non cambia quello che conosciamo in materia di apprendimento linguistico: per migliorare davvero è necessario praticare concretamente l’inglese e Speak Teens offre molte di più opportunità di farlo rispetto a quello che qualsiasi Summer School nel Regno Unito abbia mai fatto. Speriamo quindi di vederti a Speak Teens la prossima estate!

[1] Europeans and their Languages. "Special Eurobarometer 386" of the European Commission (2012).

Per maggiori informazioni sulle esperienze 'All in English' di Speak Teens visita il sito o contatta il nostro team attraverso il modulo di contatti.

Topics:L'immersione linguisticaLanguage Immersionspeak teens summer campenglish learning

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